Prima Edizione del Corso di Formazione "Strumenti Organizzativi ed Operativi nelle Indagini per Reati in Materia di Violenza Domestica Stalking Femminicidio"
Il
Fenomeno delle violenze domestiche, fisiche e psicologiche,
principalmente sulle donne è di dimensioni allarmanti, sia per il numero
delle vittime, sia per l’elevatissima percentuale dei casi non
denunciati, proprio in ragione della caratteristica di inabissamento
delle vittime sottoposte a violenze e timorose di una rivittimizzazione
sociale nel caso in cui le vicende che le riguardano diventino
pubbliche.
La Convenzione del
Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le
donne e la violenza domestica, Convenzione di Istanbul, (ratificata in
Italia con Legge del 27 Giugno 2013) riveste un’importanza rilevante a
livello internazionale, perché rappresenta il primo strumento al mondo
“giuridicamente vincolante” volto a creare un quadro normativo completo a
prevenire il diffondersi di ogni forma di violenza contro le donne, in
particolare di quella domestica.
La
Convenzione affronta, in primo luogo, la prevenzione della violenza
medesima, al fine di raggiungere una piena uguaglianza di genere,
eliminando le discriminazioni nei confronti delle donne, degli
stereotipi esistenti e delle pratiche tradizionali provocanti danni alla
loro salute. In secondo luogo, si occupa della protezione delle
vittime, che riguarda un efficace e tempestivo intervento delle forze
dell’ordine, un facile accesso alle informazioni sui propri diritti e,
nel contempo, la creazione di strutture e servizi specializzati di
sostegno. Nella Convenzione
viene delineato un quadro volto ad operare su tre aspetti: la
Prevenzione del fenomeno, la Protezione delle vittime e dei testimoni e
il Perseguimento degli autori delle violenze.
Con
la sentenza del 2 Marzo 2017, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha
condannato l’Italia per violazione del diritto alla vita e del divieto
di trattamenti inumani e degradanti, in
quanto le autorità italiane non sono intervenute per proteggere una
donna e i suoi figli vittime di violenza domestica perpetrata da parte
del marito, avallando di fatto tali condotte violente (protrattesi fino
al tentato omicidio della ricorrente e all’omicidio di un suo figlio):
in particolare, viene contestato allo Stato italiano la mancata adozione
degli obblighi positivi scaturenti dagli art. 2 e 3 della Convenzione.
Nel settembre 2012, la ricorrente, dopo l’ennesima violenza subita dal
marito, presenta denuncia per maltrattamenti contro familiari, lesioni e
minacce, chiedendo altresì alle autorità di adottare misure urgenti al
fine di proteggere lei e i propri figli.
Tuttavia,
tali misure non vengono disposte né alcun atto d’indagine viene
compiuto fino
all’aprile 2013, quando la ricorrente, sentita dalla
polizia sette mesi dopo il deposito della denuncia, rettifica le sue
iniziali dichiarazioni, “ammorbidendo” le accuse nei confronti del
marito. Sulla scorta della nuova versione della donna, e non essendo a
conoscenza di nuovi episodi di violenza, il pubblico ministero chiede e
ottiene l’archiviazione per il reato di maltrattamenti, mentre viene
disposto il rinvio a giudizio davanti al giudice di pace per il reato di
lesioni. Qualche giorno dopo aver ricevuto l’atto di citazione innanzi
al giudice di pace, il marito della ricorrente uccide un figlio e tenta
di uccidere la donna. Nel 2015, l’uomo viene condannato all’ergastolo
per omicidio, tentato omicidio, maltrattamenti in famiglia e porto
d’armi vietato. Troppo Tardi!!!
Nell’ambito delle definizioni la Convenzione di Istanbul precisa
che, con il termine “Genere” si riferisce a ruoli, comportamenti,
attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società
considera appropriati per donne e uomini, mentre per “Violenza
Domestica” si intendono tutti gli atti di violenza fisica, sessuale,
psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o
del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner,
indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia
condiviso la stessa residenza con la vittima; mentre invece,
l’espressione “Violenza contro le donne basata sul genere” indica
qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale e che
colpisce le stesse in modo sproporzionato.
Si nasconde all’interno delle mura domestiche, nell’omertà culturale, nelle abitudini quotidiane, una
violenza definita invisibile, considerate privata sebbene sia molto
comune, facendola rientrare nella normalità. Tutti elementi che
costituiscono il terreno fertile per violenze fisiche fin ad arrivare al
gesto estremo del Femminicidio.
L’evoluzione normativa nazionale ed internazionale non ha apportanto alcun miglioramento in tema di diminuzione di casi di Femminicidio e di Violenza domestica quindi urge un intervento immediato che
vada a colmare le inefficienze Istituzionali in tema di Prevenzione e
Protezione delle vittime di violenza di genere in ottemperanza al
dettato normativo della Convenzione di Istanbul.
Di fronte alla dimensione davvero impressionante, del fenomeno vi è la necessità di fornire una piu’ efficiente risposta giudiziaria.
L’Accademia
Italiana delle Scienze di Polizia Investigativa e Scientifica nasce per
tale finalità, dopo un attenta analisi da parte di professionisti che
operano quotidianamente sul campo, delle criticità’ riscontrate in materia di violenza di genere nei confronti dei
soggetti più deboli o emarginati: donne, minori, anziani, immigrati, a
partire dalla ricezione della denuncia-querela fino ad arrivare alle
problematiche afferenti alle tecniche investigative.
In particolare sono state riscontrate le seguenti criticità:
• La mancanza di una Task Force Interistituzionale locale, costituita da un Pool di Specialisti afferenti alla Polizia Giudiziaria, Magistrati, Servizi Sociali, Agenzie Educative ed Asl territoriali di competenza, che
possa tempestivamente intervenire nei casi di violenza di genere a
partire dai primi sensori sentinella, quali maltrattamenti in famiglia,
avendone le giuste competenze tecniche e procedurali fino alla raccolta successiva della denuncia-querela da parte della vittima.
• Il tentativo delle forze dell’ordine di promuovere una conciliazione tra le parti;
• La
tendenza delle forze dell’ordine a disincentivare la presentazione di
querela da parte delle vittime di abusi sessuali in caso di mancanza di
prove manifeste (cosa che accade nel 99% dei casi) o di decorso di un
certo lasso di tempo dai fatti;
• Carenza
di centri antiviolenza attivi 24 ore su 24 e quei pochi esistenti
chiudono per carenza di fondi lasciando le vittime allo sbaraglio;
• Difficoltà operative nell’escussione del minore nella forma dell’incidente probatorio;
In tale ottica sono di fondamentale importanza:
• La
ricerca e l’assicurazione delle fonti di prova nell’IMMEDIATEZZA i del
fatto e la predisposizione di appositi protocolli
investigativi-operativi, che riguardino, in primo luogo, il momento
della richiesta di intervento-aiuto (da parte della persona offesa o di
persone informate sui fatti) e di accesso al luogo del fatto (da parte
della P.G. all’uopo allertata);
• La
costituzione di un pool di specialistici, in particolare nella materia
dei reati commessi contro i soggetti deboli (reati che tradizionalmente
comprendono le violenze alle donne), che abbiano un’adeguata e mirata
preparazione in una materia che – come è noto –presenta profili di
interdisciplinarietà (psicologica, criminologica, medico legale,
giuridica etc)
• Interventi in rete con altri soggetti istituzionali;
Se
l’esercizio dell’azione penale con prospettive di condanna è
l’obiettivo di ogni indagine preliminare degna di questo nome, ciò vale a
maggior ragione nei procedimenti penali per i reati in questione.
L’oggetto giuridico di tali reati, la scelta della vittima di
affrontare, con la querela, di uscire quindi allo scoperto, le profonde
tracce fisiche e psicologiche che segnano quasi sempre il percorso
clinico e giudiziario delle persone offese, impongono al P.M. di rendere
il materiale probatorio “blindato” ai fini dell’esercizio dell’ azione
penale.
A
tal fine, lo scrivente Comitato Scientifico Organizzativo
dell’Accademia Italiana delle Scienze Investigative e di Polizia
Scientifica ha ritenuto opportuno quale attività primaria dell’Accademia
di organizzare un Corso di Formazione mirato esclusivamente alla
formazione di Pool di specialisti nella tematica.
Il titolo del Corso è il seguente: “
Strumenti organizzativi ed operativi nelle indagini per reati in
materia di Violenza Domestica Stalking Femminicidio”, che si terrà in
Roma c\o l’Hotel “Best Western I Triangoli 4 stelle”, nei giorni del 10 e 11 Febbraio per un numero totale di 16 ore.
Il percorso didattico si basa sull’esperienza acquisita dai docenti/professionisti sia
sulle indicazioni della Convenzione di Istanbul, includendo nel
programma le “quattro P”: Prevenzione, Protezione e sostegno alle
vittime, Perseguimento dei colpevoli e Politiche integrate. Il percorso
didattico inizia con un’analisi storico-sociologica del contesto in cui
la violenza trova radici ma anche dei cambiamenti recenti in proposito, e
prosegue presentando le varie tipologie di violenza e analizzando sia
le risposte appropriate delle istituzioni sia quelle problematiche.
La
legislazione recente in tema viene presentata e discussa, anche con
un’analisi di casi giudiziari. Una parte del Corso è inoltre dedicata
alle iniziative concrete di prevenzione e di contrasto e alle
metodologie più adeguate per attuarle con lo scopo di offrire una formazione di alto livello, come da programma allegato alla presente.
Il
percorso ha la peculiarità di un approccio fortemente trasversale e
interdisciplinare. Si vuole proporre una visione d’insieme: le risposte a
questioni così complesse come quelle poste dalla violenza contro le
donne devono tener conto di vari aspetti e coinvolgere diversi servizi e
diversi professionisti.
Il corso fornirà una
specializzazione interdisciplinare sul tema della violenza di genere a
professioniste/i anche in aree molto diverse: area criminologica, area
socio-sanitaria, area giuridica, Forze dell’Ordine, Forze Armate, area
educativa, operatrici/operatori di Associazioni del terzo settore che
operano sul campo e operatori dei Centri Antiviolenza. Le lezioni
saranno svolte da
professionisti e professioniste autorevoli e con una lunga e specifica
formazione ed esperienza, professionale e personale. Questo permetterà
ai/alle corsisti/e di esplorare un approccio teorico e pratico e di
confrontarsi con alti livelli di preparazione. Alla fine del corso sara’
consegnato un attestato di partecipazione valido ai fini curriculari e
culturali dal titolo “Esperto in tecniche di indagini nei reati in
materia di Violenza Domestica Stalking e Femminicidio”
Il Consiglio Direttivo dell’Accademia ha deliberato il seguente costo per la partecipazione al Corso:
Euro 199,00 con uno sconto del 30% per agli appartenenti alle Forze Armate.
Forze dell’Ordine, Associazioni di Volontariato e Studenti Universitari, per una somma di Euro 139,00.